Spesso, nel linguaggio corrente, si parla di zona Cesarini per indicare qualcosa avvenuto, raggiunto, salvato all’ultimo momento. Che cos’è questa famosa zona e chi era Cesarini?
Ti sarà già capitato, in diverse occasioni, di sentir parlare della zona Cesarini. Di solito, quando se ne parla, ci si riferisce a qualcosa raggiunto, recuperato proprio all’ultimo respiro.
L’espressione viene portata nel linguaggio comune, corrente, dalla cronaca di diverse partite di calcio risalenti agli anni ’30 quando la mezzala della Juventus, Renato Cesarini, era solito realizzare diversi gol proprio allo scadere del tempo regolamentare della partita.
Magari non erano reti decisive per il risultato finale ma comunque arrivavano quasi sempre molto vicine al novantesimo minuto.
La zona Cesarini nasce durante la partita tra Italia e Ungheria, disputata il 13 dicembre 1931 a Torino.
La nostra nazionale passò in vantaggio al 22esimo con Libonatti ma venne raggiunta nel secondo tempo da Avar.
Orsi riportò in avanti l’Italia che però venne raggiunta, nuovamente, da Avar che segnò la sua doppietta.
Il risultato era fermo sul 2 a 2, la gara era nervosa, molto sentita e non sembrava destinata a sbloccarsi nel tempo regolamentare. Fino a che Renato Cesarini, proprio al 90esimo minuto, realizzò la rete che diede la vittoria all’Italia.
E la domenica dopo, durante la partita tra Ambrosiana Inter e Roma, conclusasi 2 a 1 con una rete all’89esimo il giornalista incaricato di scrivere l’articolo sulla gara, parlò di Caso Cesarini per indicare proprio la rete realizzata allo scadere.
Il passaggio da “caso” a “zona” fu successivo e pare derivi dal gioco del bridge in cui la zona indica proprio le fasi conclusive della partita.
Da lì, quella di Cesarini è la zona più “famosa” del parlato: «Ti sei salvato in zona Cesarini» si dice per qualcuno che ha recuperato in extremis qualcosa che stava per perdere o raddrizzato una situazione difficile.
Chi era Renato Cesarini?
Secondo quanto si conosce, Renato Cesarini nacque a Senigallia (Ancona) nel 1906 ma crebbe a Buenos Aires, in Argentina dove la famiglia si trasferì quando Renato era molto piccolo.
Dopo aver iniziato a giocare a calcio in Sud America, Cesarini venne acquistato dalla Juventus nel 1929. Esordì con la formazione di Torino nel 1930 e giocò praticamente tutto il campionato (16 presenze e 10 reti). L’anno successivo, nel 1930-1931 vinse il suo primo scudetto arrivando a sfiorare la doppia cifra in marcatura (9 reti a fine campionato). In totale vinse 5 scudetti consecutivi con la Juventus.
In questi anni entrò anche nel giro della nazionale come oriundo. Con la maglia della nazionale divenne linguisticamente ancora più famoso per la rete descritta prima contro l’Ungheria.
Nel 1935 tornò in Argentina, perdendo definitivamente la possibilità di essere convocato nella nostra nazionale.
Una volta conclusa la carriera come calciatore, divenne allenatore e guidò anche la Juventus tra il 1946 e il 1948 classificandosi alle spalle del Grande Torino. Un buon risultato, considerando il fatto che i granata sembravano decisamente imbattibili ed irraggiungibili.
Tornò ancora nella Juventus nel 1959 come direttore tecnico e nella stagione 1959-1960 vinse con i bianconeri scudetto e Coppa Italia, la prima accoppiata nella storia ormazione torinese.
Renato Cesarini morì a Buenos Aires nel 1969 dopo aver subìto un intervento chirurgico al cervello.