Oggi il Doodle di Google celebra Wu Lien-teh, medico malese che ideò le mascherine per contrastare la diffusione della peste polmonare.

Wu Lien-teh è un nome che forse, a molti, non dirà nulla. Però oggi è celebrato con il Doodle di Google nella prima pagina del motore di ricerca.

Oggi, mercoledì 10 marzo 2021, si celebra il 142esimo anniversario della nascita del medico malese che si dedicò totalmente alla sanità pubblica per contrastare l’epidemia di peste nella Manciuria nel 1910/1911.

Il nome Wu Lien-teh è legato alle mascherine chirurgiche, tristemente diffuse soprattutto oggi che siamo alle prese con il Covid-19.

Wu Lien-teh

Chi era Wu Lien-teh

Wu Lien-teh nacque a Penang da padre cinese, di Taishan, e madre nata in Malesia. Nonostante la famiglia numerosa (erano 11 figli, Wu aveva quattro fratelli e sei sorelle), riuscì a studiare presso la Penang Free School. In seguito all’Emmanuel College di Cambridge, dopo essere riuscito a vincere la borsa di studio della regina.

Laureatosi in medicina, ebbe una carriera brillante seppur non priva di difficoltà. Oltre ai grandi successi ottenuti a livello internazionale, tra Cina ed Inghilterra, Wu Lien-teh affrontò la morte della moglie e dei tre figli oltre ad un arresto da parte dei giapponesi quando questi invasero la Manciuria e ritennero il medico una spia al servizio della Cina.

Il nome Wu Lien-teh é legato, appunto, all’ideazione delle mascherine chirurgiche per combattere la peste polmonare nel proprio paese. Il medico, nel 1910, avviò le ricerche sulla pandemia che causò, tra Mongolia e Manciuria, oltre 60mila vittime.

Dopo aver condotto un’autopsia sul corpo di una donna deceduta per la peste, il medico intuì che la pandemia si stava diffondendo per via area.

Da lì l’idea di progettare un sistema di protezione per naso e bocca, i principali ricettori di virus e batteri. In poco tempo nacquero le mascherine, arma di difesa molto efficace per contrastare la diffusione della peste.

Oltre a quello, Wu Lien-teh fu tra i principali promotori della quarantena e della sanificazione degli ambienti con lo scopo di eliminare ogni possibile causa di contagio. Allo stesso modo contribuì alla cremazione dei corpi delle vittime colpite dalla malattia, idea che riuscì a ridurre il numero di casi fino alla loro totale scomparsa.

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