Ho rivisto per l’ennesima volta la commedia francese Troppo Amici che vede, tra i protagonisti, anche il bravissimo Omar Sy salito alla ribalta qualche anno più tardi rispetto a questo titolo con “Quasi Amici“, altro film meraviglioso.

La trama di Troppo Amici

Ex animatore allergico al posto fisso, Alain è sposato con Nathalie, direttrice di un supermarket, da cui ha avuto due figli, l’esagitato Lucien e il neonato Prosper. Ai problemi di stabilità della coppia si somma l’invadenza dei parenti della donna: le storie del fratello Jean-Pierre, avvocato d’ufficio in crisi economica, e dell’ignara cognata Catherine, prototipo della mamma borghese e antipatica, della fragile sorella Roxane e del quasi-fidanzato Bruno, affascinante medico di colore puntualmente scambiato per infermiere che accetta di accompagnarla ad una cena di famiglia poco dopo averla conosciuta.

Nel film Troppo Amici, nella gran confusione che si viene a creare all’interno della narrazione, spicca la storia di Alain attraverso la cui vicenda si collegano tutte le avventure degli altri personaggi. Alain è un sognatore che ha visto il suo desiderio sfumare o frantumarsi di fronte alla realtà, Il sogno nutrito fin da giovane, essere animatore, con una vita completamente diversa da quella che, suo malgrado, si trova ad affrontare. In cui si intrecciano quelle della famiglia in senso allargato, con le due sorelle che “interferiscono” nella sua voglia di protagonismo da palcoscenico che vive nel suo animo.

La vita da animatore nei villaggi, i video delle sue esibizioni con il nome d’arte “Pipo” diventano, allo stesso modo, anche il sogno del figlio che vede, in quella prospettiva, un modo per sfuggire alla dura realtà che gli si pone di fronte e che plasma il suo carattere irruente che nessuno in famiglia sembra accettare. Nessuno, tranne il padre.

Fino alla scena finale in cui l’amore tra i due raggiunge il culmine, con una leggera retorica che però non stona affatto ma, al contrario, lo esalta. Un bene assoluto riassunto in pochi minuti che ripercorrono la crescita e l’affiatamento tra i due.

Non potevo non pubblicare questo passaggio, sperando non rovini la visione di Troppo Amici per chi non l’avesse ancora guardato e che consiglio vivamente, perché contiene una delle frasi più belle che un padre possa desiderare di sentire dal proprio figlio, nonostante le norme di comportamento possano considerarla “sbagliata”.

Ecco, io vorrei meritarmi (con un pizzico di egoismo), un giorno, di sentirmi dire “…per chi ha reso magica la mia adolescenza e ha trasformato in gioco ogni giorno della mia infanzia“.

Anche senza applauso. Ma l’abbraccio sì.

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