Si accettano miracoli, un film dalla comicità scarsa e già vista che mi ha deluso su tutta la linea.
In una delle tante notti in cui ho faticato a prendere sonno, ho scelto di guardare “Si accettano miracoli” per aspettare di addormentarmi.
Penso che tra tutti i titoli disponibili su Netflix, la scelta sia stata tra le peggiori possibili. De Luigi mi è sempre piaciuto, Siani forse mai ma speravo che insieme le sorti si equilibrassero ed invece il risultato è stato tra i peggiori che potessi sperare.
La trama di “Si accettano miracoli”
Fulvio è l’unico dei tre fratelli Canfora ad aver lasciato il paese d’origine per andare a lavorare in città.
Vicecapo del personale in una grande azienda licenzia senza rimorsi fino a che non è lui stesso ad essere licenziato e, dopo essere finito in carcere per aver picchiato il proprio superiore, viene affidato al fratello, da anni parroco del paese in cui sono cresciuti.
Costretto in un luogo lontano da ogni modernità Fulvio decide di aiutare la chiesa locale in crisi di fondi inventandosi un miracolo: fa credere a tutti che la statua del santo pianga.
Accorrono così turisti e pellegrini riempiendo le tasche degli esercizi locali fino a che il Vaticano non decide di mandare qualcuno a certificare l’evento, momento in cui Fulvio dovrà confessare la truffa e tutto il paese si armerà per convincere gli inviati della Santa Sede della veridicità del miracolo inventato.
Regia: Alessandro Siani
Genere: commedia
Durata: 110 minuti
Cast: Alessandro Siani, Fabio De Luigi, Ana Caterina Morariu, Serena Autieri, Giovanni Esposito, Maria Del Monte, Paolo Triestino, Benedetto Casillo, Massimiliano Gallo, Mimmo Manfredi, Francesco Procopio, Tommaso Bianco, Giacomo Rizzo
Anno: 2015
Paese: Italia
La mia opinione
Come dicevo in apertura, speravo che “Si accettano miracoli” fosse un film piacevole, divertente che mi facesse anche rivalutare la bassa stima ed opinione che ho per Alessandro Siani. Come non detto.
Non so, praticamente del film non mi è piaciuto nulla, tanto meno l’uso di barzellette già vecchie come battute infilate nel copione come ad esempio quella d’apertura.
L’ho trovato talmente banale, vuoto, senza significato che ho provato a guardarlo in due intervalli – pomeriggio e sera – con lo stesso risultato. Cioè spegnere e dedicarmi ad altro.
Sarà l’antipatia che nutro verso Siani a non avermi fatto piacere né “Si accettano miracoli” né altri film con lui tra i protagonisti. Se però nei due “Benvenuti al Sud/Nord” quello che speravo facesse De Luigi è riuscito a farlo Bisio, qui non è successa la stessa cosa.
Ovvero, non è bastata la presenza di De Luigi, con la sua comicità, a farmi piacere il film che affianco ad un altro pessimo titolo che mi rammarico di aver visto, “Ma tu di che segno 6?“. Ed è difficile, per me, non riuscire ad arrivare alla fine di un film, anche brutto.