L’annuncio importante che ieri sera ha sconvolto il mondo del tennis è che, per sua stessa ammissione, Maria Sharapova è risultata positiva ad un test antidoping durante gli Australian Open a gennaio.
La bella e brava tennista siberiana ha spiegato ieri sera a Las Vegas i motivi che l’hanno indotta ad istituire una conferenza stampa, smentendo voci sul possibile ritiro o gravidanza. Il problema sta nel Meldonium, un farmaco che la Sharapova ha dichiarato di utilizzare da una decina d’anni per prevenire una forma di diabete ereditario e che, da gennaio, è entrato nella lista dei farmaci vietati.
Lei non lo sapeva. Non ha letto la mail di dicembre in cui veniva comunicato.
Ora, questa risposta posso aspettarmela da un atleta che, qualsiasi sport pratichi, lo faccia quasi a livello amatoriale. Uno che va dal medico di famiglia chiedendogli la ricetta per un medicinale destinato a curare qualcosa senza che nessuno dei due possa parlare di sostanza dopante. E la stessa risposta, appunto, me l’aspetto da uno che, in un ozioso pomeriggio, scelga di non aprire il programma di posta per evitare tonnellate di spam.
Ma dalla Sharapova no. Dalla Sharapova, attuale numero 6 del ranking mondiale, con un entourage che immagino non sia al pari di un atleta di terza categoria quindi con allenatore personale, medico personale, fisioterapista personale, assistente personale, maggiordomo personale e tutto il resto…possibile che nessuno abbia letto la mail? Ma soprattutto possibile che non l’abbia letta il medico?
I casi sono due…o la Sharapova ha scelto uno staff totalmente incompetente o hanno cercato, tutti insieme (compresi gli altri atleti russi che utilizzano il Meldonium) di fare i furbi. «Magari ci va bene – si saranno detti – altrimenti, Maria, puoi sempre dire che la mail dell’agenzia antidoping sia finita nello spam».
A conferma della seconda ipotesi arriva anche il comunicato dell’azienda produttrice del farmaco che proprio oggi ha fatto sapere che la normale assunzione del farmaco è di 4-6 settimane, non 10 anni. Quindi, se fai la cura e vai avanti per 500 settimane, probabilmente qualche effetto benefico lo avrai, oltre a quelli derivanti dalla normale assunzione.
Il Meldonium, detto anche Mildronate, è un medicinale dal costo modestissimo, in commercio dagli anni Ottanta, in molti Paesi soprattutto nell’Est, acquistabile in farmacia. A livello terapeutico è utilizzato contro le cefalee e come anti-ischemico, ma altera il metabolismo, abbassa i valori di emoglobina, migliorando la fluidità del sangue e agendo quindi quale eventuale “coprente” dell’Epo. Gli effetti sugli sportivi si stanno ancora studiando compiutamente: ma dopo che in Russia molte analisi ne avevano evidenziato l’uso frequente, test al laboratorio di Colonia hanno portato all’inserimento del prodotto nella lista di quelli vietati. Il suo uso – ha scritto il laboratorio tedesco in una pubblicazione scientifica da cui la Wada ha preso i risultati per disporre il divieto – dimostra un incremento della resistenza degli sportivi, aiuta il recupero dopo l’esercizio, protegge dallo stress e migliora il funzionamento del sistema nervoso centrale”. Motivi sufficienti a bandirlo per l’agenzia antidoping.
fonte: Gazzetta.
Sembra la stessa reazione di Francesca Brienza (compagna dell’ex allenatore della Roma, Garcia) che ha messo un like ad un post su Facebook in cui qualcuno invitava Spalletti a buttarsi da un ponte, giustificandosi poi con «non l’ho fatto apposta».
Posso capire la sorpresa, perché il farmaco è diventato vietato da quest’anno, ma anche il tifoso più accanito non può che scuotere la testa, deluso non dal risultato ma dalla risposta della Sharapova.