Cos’è la rembata da cui, pare, derivi il termine marinaresco “all’arrembaggio”?
Hai mai sentito parlare di rembata o rambata? Io, prima di oggi, no. E sono arrivato a scoprire l’esistenza di questo termine per soddisfare una semplice curiosità.
Tutto è nato dalla notizia di Insight, la sonda che, dopo un viaggio di sei mesi e mezzo e 480 milioni di chilometri, alle 20.47 di ieri ha toccato il suolo di Marte.
Si è parlato quindi di “ammartaggio“, un termine relativamente nuovo, che ha iniziato a circolare nel 2012 con l’arrivo di Curiosity sul Pianeta Rosso.
Quindi ammartaggio deriva dal nome del quarto pianeta del Sistema Solare con l’aggiunta del prefisso am- e suffisso -aggio.
Da qui si è scatenata la mia curiosità.
Se l’arrivo su Marte si dice ammartaggio, l’arrivo sulla Terra si dice atterraggio, l’arrivo in mare si dice ammaraggio, quello sulla luna allunaggio, cosa indica l’arrembaggio?
Rembata, il fianco delle galee medievali
Con la stessa logica di prefisso e suffisso, arrembaggio potrebbe essere scomposta in prefisso “ar-“, corpo centrale “remb” e suffisso “-aggio“.
Ecco quindi che il corpo centrale deve indicare una zona d’arrivo di qualcosa. Quel “remb” deve avere un significato.
Facendo le opportune ricerche, ho trovato la corrispondenza.
La rembata era, nelle galee medievali, ciascuno dei due palchi ai lati della prua dove venivano sistemate le artiglierie e su cui i combattenti si ammassavano per combattere all’arma bianca dopo l’abbordaggio, termine con cui ci si riferisce all’azione di accostare fra loro i bordi delle navi.
Per cui si tratta di quella zona, laterale, delle navi su cui si arrivava dopo aver avvicinata l’imbarcazione nemica, averla costretta con ganci e cime e ingaggiato il duello con l’equipaggio.
L’arrembaggio è detto anche abbordaggio, proprio in riferimento ai bordi delle due navi. Ma se con “bordo” era più semplice arrivarci, la “rembata” era una curiosità che andava soddisfatta.