Una magica atmosfera, legata alla nevicata del ’56, a febbraio, il mese più freddo del secolo scorso per il nostro paese con temperature che raggiunsero anche i -20° nella nostra zona e fu caratterizzato da abbondanti nevicate, ovunque, dalle Alpi alla Sicilia.
Nella canzone “La nevicata del ’56” si respira forte un’antica nostalgia, un’associazione di cuore, poesia e fantasia portati alla massima espressione dall’incredibile voce di Mia Martini ma, altrettanto bella e per me più significativa, la versione dell’autore Franco Califano il cui testo è differente.
Il testo ripercorre gli anni passati, una vita diversa, un’amore lontano e forse impossibile che però non ha mai smesso di esistere. Non avendo mantenuto la promessa di portare l’amata in America, allora per lei ecco la nevicata del ’56 che rese la città candida, pulita e lucida, degna della persona a cui le parole sono dedicate.
Mi ricordo una volta
si sentiva soltanto
il rumore del fiume, la sera
partitelle sofferte, sulle strade deserte
tanto un’auto passava ogni ora.
Nonostante tanti anni ci sentiamo ragazzi
ci vediamo al bar ancora
tu ogni tanto passavi, ti vedevo crescevi
impazzivo per te.
Non è detto che adesso che si vive nel chiasso
si stia meglio che nel silenzio
È aumentata la gente
ma si è soli ugualmente,
il progresso sei tu, poi niente.
Quando eri bambina somigliavi alla luna
ti amavo già…
M’incantava il tuo viso…
cresci presto, ti sposo,
sei cresciuta e sei qua.
Per me, per te, per noi
non è finita ancora questa favola
soltanto la promessa mia «ti porto in America»
non la mantenni mai.
Però per te inventai la nevicata del ’56
questa città era candida
tutta pulita e lucida
era degna di te
che crescevi per me…
com’eri bella…
la nevicata del ’56
questa città era candida
tutta pulita e lucida
era degna di te
che crescevi per me…
sempre più bella…