Immerso tra tanti impegni e problemi, non ho seguito a fondo le questioni sul decreto Cirinnà riguardo le unioni civili ma mi è bastato prestare un minimo d’attenzione tra ieri e oggi per rendermi conto di un particolare che mi ha lasciato sgomento.
Il ddl sulle unioni civili è stato approvato ieri al Senato con due differenze sostanziali riguardo la prima stesura che riguardano la stepchild adoption e l’obbligo della fedeltà. Nella prima stesura infatti era riportato che «con la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri; dall’unione civile deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione».
Nella versione approvata al Senato invece queste due parti sono state eliminate. Intanto qualcun altro ha presentato un emendamento per richiedere l’eliminazione dell’obbligo di fedeltà anche all’interno delle coppie eterosessuali nei matrimoni civili. Una riga sola che cita «togliere dall’articolo 143 del Codice Civile il riferimento all’obbligo di fedeltà tra coniugi».
In pratica la richiesta dell’eliminazione dell’obbligo di fedeltà è un modo per evitare che unioni civili e matrimoni civili possano essere equiparabili.
Per il momento, almeno in questa occasione, non voglio soffermarmi sulla stepchild adoption.
Riguardo la fedeltà però non riesco proprio a capire se l’eliminazione dell’obbligo sia un modo non per differenziare ma per sminuire l’unione o un modo per limitarne il più possibile la diffusione.
Potrebbe sembrare l’espressione di un giudizio o, meglio, un pregiudizio per cui una coppia omosessuale sia, per natura, infedele. Tutto viene ristretto in colpevole e conseguenze economiche. Eliminando l’obbligo della fedeltà, tutto decade. Chi ha la colpa (addebito della separazione) non deve niente perché il tradimento è contemplato. Ma decade anche il concetto di unione, matrimoniale, di coppia ma anche in affari.
Due persone che scelgono di stare insieme (almeno secondo la mia idea e senza alcun riferimento alla tipologia di coppia) non lo fanno per potersi divertire con chiunque capiti. Lo fanno per amore e l’amore non può essere regolamentato da un disegno di legge o da un decreto. Quelli sono contratti. L’amore è tutta un’altra cosa ed ha la stessa valenza e lo stesso significato tra uomini e uomini, uomini e donne, donne e uomini.
Una sentenza del 2008 rispecchia perfettamente la mia idea di fedeltà, ovvero non solo l’astensione da relazioni extraconiugali ma un impegno per entrambe le parti di non tradire la fiducia reciproca. Che va oltre il sesso. Riguarda non solo il corpo ma anche mente e anima. Altrimenti, senza queste basi, per quale motivo dovrei scegliere di unirmi ad una persona?
La fedeltà si estende al concetto di lealtà, si sacrificano gli interessi individuali che possano minare il rapporto di coppia per salvare il legame che due persone scelgono di avere.
Una coppia è formata da due individui che, se scelgono di stare insieme, automaticamente escludono altre presenze tra loro. Anche perché non formerebbero più una coppia. L’obbligo della fedeltà non è «roba da bigotti» come ho potuto leggere in qualche commento in giro per la rete.
La fedeltà è un impegno, forse uno dei primi che si assume una coppia. Eliminarlo significa togliere una responsabilità, un peso e un senso al voler stare insieme.
La formula «Prometto che ti sarò fedele sempre…» potrebbe diventare «Prometto che potrò anche non essere fedele sempre…». Decisamente triste. Orrendamente triste.
Il tradimento fa schifo, allo stesso modo, in qualsiasi contesto lo si applichi.