Musica Spotify, un nuovo brevetto che sfrutta l’intelligenza artificiale permetterà di consigliare la musica in base ai discorsi dell’utente.
Musica Spotify sulla base dei tuoi discorsi. Potrebbe sembrare fantascienza ma, seppur poco ci manchi, si tratta degli sviluppi dell’intelligenza artificiale.
Nel 2017 lo storico Yuval Noah Harari ha scritto un controverso articolo intitolato “The Mozart inside the machine” in cui sosteneva che «la bellezza risiede nei dati biometrici degli spettatori e l’intelligenza artificiale può decodificarla».
La tesi di Harari stabilisce che, un giorno, l’intelligenza artificiale sarà in grado di realizzare opere personalizzate che si adattano all’umore, alla personalità di ognuno. Facendo scaturire emozioni in modo univoco e preciso, più di quanto un qualsiasi artista umano possa fare.
In tanti hanno respinto la tesi di Harari considerandola una sciocchezza. Una delle recenti novità brevettate Spotify invece ci porta molto più vicini a quella realtà.
Musica Spotify, identificazione dei gusti tramite le parole
In un recente brevetto chiamato Identification of Taste Attributes From an Audio Signal viene descritta una tecnologia in grado di monitorare e analizzare il parlato degli utenti per consigliare musica.
Estraendo metadati dalle conversazioni, l’intelligenza artificiale sarà in grado di comprendere dettagli dell’utente. Non solo il sesso, l’età ma anche l’accento e lo stato emotivo di ognuno.
Combinando questi dati con altri metadati ambientali di tipo fisico e sociale, ecco dei suggerimenti per la musica Spotify. Un approccio completamente nuovo e diverso per raccogliere i gusti degli ascoltatori.
Una volta in possesso di tutte queste informazioni, Spotify le inserisce nel suo sofisticato algoritmo e fornisce consigli con contenuti basati sui dati come cronologia di ascolti e persino il gusto musicale di amici, famigliari e conoscenti.
Da qui, ecco la nuova musica Spotify con suggerimenti che magari non avrai richiesto ma che quasi sicuramente ti piaceranno.
C’è però la possibilità, come per tanti brevetti depositati, che questa novità non veda mai la luce.
Molte aziende infatti depositano brevetti che poi non arrivano sul mercato. Come, ad esempio, un brevetto Apple che avrebbe dovuto impedire di filmare concerti dal vivo con iPhone.
Proprio su questo argomento, Spotify ha precisato che «il brevetto è stato depositato. Alcuni brevetti diventano parte di prodotti futuri mentre altri no. L’ambizione dell’azienda è creare la migliore esperienza audio possibile ma, al momento, non si può dire altro».
Gli algoritmi di raccomandazione musica Spotify sono molto popolari ma i 300 milioni di utenti attivi accetteranno di condividere dati sempre più intimi per avere nuovi suggerimenti?