Mamihlapinatapai è una di quelle parole che lasciano interdetti. Non solo per la sua pronuncia e per la difficoltà di memorizzazione ma per la forza che contiene nel suo significato.

Intanto va detto che la parola appartiene alla lingua degli Yamana, una popolazione quasi estinta originaria della zona meridionale della Terra del Fuoco, vicino a Capo Horn.

Il nome Yamana significa semplicemente “gente” mentre l’alternativa con cui sono conosciuti gli appartenenti a questa tribù – Yaghan – identifica gli originali appartenenti alla specifica zona del canale Murray e venne loro assegnato dal missionario Thomas Bridges.

Tornando alla parola Mamihlapinatapai, è una di quelle più difficili da tradurre nella nostra lingua e in un solo vocabolo esprime un concetto meraviglioso.

Descrive quel particolare momento tra due persone che «si guardano reciprocamente negli occhi, sperando che l’altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo».

E’ semplicemente stupendo e il solo pensare a quell’istante, magico, evoca emozioni incredibili che fanno andare il cuore in visibilio.

Esistono poche altre parole con una forza del genere ma nessuna che possa descrivere un momento così unico e prezioso in cui il desiderio è tangibile.

Ho scritto che la parola è difficile per tutti i sensi. Non è un errore, Mamihlapinatapai è una parola difficile non in tutti i sensi ma proprio per tutti i sensi, vista, udito, tatto…

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