Domani, domenica 12 febbraio 2017 in occasione di Inter – Empoli, andrà in onda l’ultima radiocronaca di Riccardo Cucchi, voce storica di “Tutto il calcio minuto per minuto“.

Con la sua uscita di scena perdo una delle voci che hanno accompagnato i tanti pomeriggi adolescenziali incollato alla radio per ascoltare la cronaca delle partite, quando ancora non c’erano le pay TV a trasmettere gli incontri o comunque erano pochi quelli che se le potevano permettere.

La trasmissione aveva però un fascino del tutto particolare che andava oltre le immagini televisive. Tutto quello che succedeva veniva solo raccontato, con dovizia di particolari, da Riccardo Cucchi o da altre pietre miliari della trasmissione come Enrico Ameri, Provenzali o l’inconfondibile – e non solo per la voce – Sandro Ciotti.

Il loro compito era di farti sentire in tribuna. Raccontavano di colori, voci, striscioni e le azioni di gioco, i cross e naturalmente gol ed esultanze. Loro raccontavano e tu immaginavi. Fantasticavi.

Perché non vedevi, ma c’eri. Grazie a loro.

La domenica pomeriggio – nei tempi migliori del calcio italiano – tutti gli appassionati di calcio erano incollati alla radio. Sulle porte d’ingresso dei bar non c’erano gli adesivi ad informare i clienti di quale pay TV fosse disponibile però sapevi che, una volta varcata la porta, facendoti largo nella cortina di fumo, avresti potuto ascoltare la cronaca delle partite di serie A.

In un silenzio surreale, interrotto solo dalle esultanze dei presenti, l’attenzione era solo per loro che, più o meno poeticamente, ti facevano vivere le emozioni delle partite.

E poi c’era la suspence quando la cronaca veniva interrotta da un altro collegamento, anticipato dal boato dei tifosi. Qualche secondo di sangue freddo prima di scoprire quale fosse l’inviato a raccontare di un rigore concesso o di una rete segnata.

Meraviglie della radio.

Alla fine delle partite, dopo il riassunto con l’opinione dei vari giornalisti, allora sì che si tornava a guardare il televisore perché alle 18 circa andava in onda Paolo Valenti con “90° Minuto” con tutti i vari servizi che venivano poi replicati da Bruno Pizzul con “La domenica sportiva”, trasmissioni completamente diverse da quelle attuali, solo cronaca, senza troppe polemiche.

Quelle venivano lasciate ai bar, il lunedì.

Tutto questo si è perso nel tempo, la radiocronaca delle partite ha perso via via il suo fascino soppiantata dai vari canali televisivi che hanno acquistato i diritti sulla trasmissione degli incontri di campionato, serie A e serie B, rimanendo un’alternativa valida solo per chi fosse in viaggio.

Tutto il calcio minuto per minuto” andrà avanti comunque ma per me, come penso per molti coetanei, domani con l’uscita di scena di Cucchi si chiuderà definitivamente l’ultima possibilità di riaffacciarsi alla gioventù calcistica.

Riccardo Cucchi, la sua storia

Come riporta Wikipedia, Riccardo Cucchi si è laureato in Lettere e nel 1979 viene assunto alla Rai dopo aver vinto un concorso per radiotelecronisti. Dal 1981 al 1991 sarà attivo nella sede molisana della radiotelevisione pubblica.

Qui comincia a lavorare per il noto programma radiofonico Tutto il calcio minuto per minuto seguendo il Campobasso in Serie B, e collabora anche con 90º minuto.

In seguito si affianca a voci storiche della trasmissione come Sandro Ciotti, Enrico Ameri e Alfredo Provenzali, e oltre al calcio segue anche canottaggio, scherma e atletica leggera, sport quest’ultimo di cui commenta, nel 1992, le gare alle Olimpiadi di Barcellona.

Due anni più tardi, nel 1994, sostituisce Sandro Ciotti come radiocronista della Nazionale e prima voce di Tutto il calcio minuto per minuto.

Ha partecipato come inviato a sei Olimpiadi e quattro Mondiali di calcio, tra cui quello di Germania 2006; la radiocronaca della finale vinta dall’Italia è diventata celebre dopo la sua diffusione su Internet.

Nell’estate 2007 viene nominato caporedattore dello sport a Radio Rai, succedendo a Marco Martegani.

Il 4 giugno 2014 dallo Stadio Renato Curi di Perugia effettua la sua ultima radiocronaca della Nazionale in occasione dell’amichevole contro il Lussemburgo (ultimo incontro prima del campionato del mondo 2014), lasciando dopo vent’anni l’incarico di prima voce degli Azzurri a Francesco Repice, che fino ad allora lo affiancava nelle cronache.

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