Quando è troppo, è troppo e per regolare la disciplina di un figlio spesso si pensa che una sculacciata o uno schiaffo siano la soluzione migliore. La sculacciata, forse, può ancora essere tollerata ma lo schiaffo è davvero, come recita la filastrocca di Alberto Pellai, una bomba che scoppia in faccia.

Non solo a livello di dolore, ma anche morale. Il bambino che fa un capriccio, che fa un dispetto va sicuramente rimesso in riga ma le maniere forti, che possono portare alla parvenza di una soluzione immediata, sono deleteri a lungo termine. Perché la forza fisica non è il modo di risolvere i problemi, anche quando sembra non ci siano altre strade. E soprattutto non lo è con un bambino.

L’educazione serve perché non si cresca come animaletti allo stato brado ma andrebbe differenziato un capriccio da un cattivo comportamento, il primo assolutamente comprensibile fino ad una certa età, il seconda invece deriva dal carattere e può dipendere, anche, dalle punizioni o dalle mancate punizioni durante la crescita.

Non è che «qualche sberla in più» serva ad avere un comportamento perfetto in un bambino ma forse potrebbe essere utile un castigo, senza dargli/le vinta ogni contestazione.

E tutto trova spiegazione nel testo di Pellai che ho trovato splendido, per alcuni tratti anche commovente.

Lo schiaffo è una bomba che scoppia in faccia

Fa sì che un bambino per sempre taccia.

Fa male alla pelle ma ancor di più

Mi affoga nell’ansia e non vengo più su.

Se credi che per riuscire a calmarmi

Lo schiaffo ti serve e può fermarmi

Ti dico che invece uno schiaffo è una bomba

Che spinge noi bimbi a un silenzio di tomba.

Così non potremo mai più raccontare

Che cosa ci aveva fatto arrabbiare.

A volte un capriccio vuol farti capire

Che provo qualcosa che non riesco a dire.

Ho poche parole e molti pensieri

Per dirti che anch’io ho momenti neri.

Se provo paura, ho il cuore in subbuglio

A volte qualcosa ti dico e farfuglio

Ma spesso è più facile per un bambino

Star zitto e fare il birichino.

Lo so che non devo farti arrabbiare

Ma a volte non mi so proprio fermare.

Tu mettimi allora in castigo e se puoi

Non darmi mai schiaffi è il patto fra noi.

Negare un castigo non rende buoni genitori. Gridare e sculacciare o – peggio ancora – uno schiaffo, dato anche con le migliori intenzioni educative, rende pessimi.

Meglio parlare. Spiegarsi, anche di fronte ad un essere umano che si crede non possa capire se non con le maniere forti. Forse non comprenderà tutto, forse non saprà rispondere a tono ma due cuori vicini sono molto più efficaci di tante grida e azioni che finiscono per essere spregevoli.

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