Eos è una figura della mitologia greca, dea dell’Aurora, che Omero definisce la “dea dalle dita rosate” per il colore del cielo all’alba.

Nacque da due Titani, Iperione e Teia ed ebbe, come fratelli, Elio (sole) e Selena (luna). Fu moglie di Astreo, con cui generò i venti Zefiro, Borea, Noto ed Apeliote e, più tardi, anche Phosphoros. Oltre al marito, Eos ebbe diversi amanti tra cui Zeus ed Ares, dio della guerra che era anche amante di Afrodite.

La dea fu sdegnata dal comportamento di Eos e volle punire la rivale per il tradimento, condannandola ad innamorarsi di comuni mortali.

La vendetta sì consumò quando Eos, durante una passeggiata a Troia, vide e si innamorò di un ragazzo straordinariamente bello e di sangue reale, Titone, figlio del re Laomedonte.

Il loro fu un amore folle che portò la dea a rapire l’amato e condurlo con sé. Chiese a Zeus che a Titone fosse concessa l’immortalità così che potesse amarlo per sempre.

Dalla loro unione nacquero due figli, Emazione e Memnone che divenne Re di Persia e d’Etiopia, schierandosi dalla parte dei troiani nell’ultimo anno della guerra di Troia contro gli Achei e in quel frangente morì, colpito da Achille.

Quell’evento tragico colpì profondamente Eos che pianse e piange la perdita del figlio ogni mattina e le sue lacrime formano la rugiada.

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