Ho terminato qualche notte fa, a fatica, il libro Il principe e il povero di Mark Twain. Preso in edizione Kindle quasi contemporaneamente al Kindle Paperwhite che mi hanno regalato, ci ho messo molto tempo per completarlo, un po’ perché non riuscivo a trovare momenti adatti alla lettura e un po’ perché – mi costa dirlo – non mi ha coinvolto.
Credo che il motivo principale sia stata l’impostazione delle versione Kindle con la mancanza della suddivisione in capitoli ma non solo. Ne avevo lette alcune parti durante la scuola e ricordavo di essermene innamorato. Forse è passato troppo tempo, forse sono cambiato io ma non sono riuscito ad apprezzare tutto il bello del romanzo che il mondo elogia.
La trama
Una bizzarra coincidenza, una prodigiosa rassomiglianza, uno scambio di vestiti fatto per gioco da due ragazzi… Su tali semplici elementi è costruito questo celebre libro di Mark Twain, che attinge a un motivo ricorrente della narrativa universale: lo scambio di ruoli. È quanto fanno Edward, erede al trono d’Inghilterra, e il piccolo vagabondo Tom Canty, rischiando, senza volere, di non poter più tornare indietro, vittime di loschi trafficanti o di funzionari ottusi. Tom e Edward (il futuro Edoardo VI, figlio di Enrico VIII, che passerà alla storia come uno dei sovrani più illuminati) vivranno innumerevoli avventure, e quindi la “favola con morale” troverà il suo lieto fine. Twain conduce la narrazione con grande perizia e con il suo consueto humour, nonché con una salutare dose di antidoto democratico alle romantiche idealizzazioni di un passato che l’America aveva abiurato.
La storia è ambientata intorno al 1554 ma la penna di Mark Twain la racconta circa 300 anni dopo e di quanto narrato, a parte il nome dell’erede al trono, nulla è realmente accaduto. Si tratta di una splendida e rocambolesca avventura, ruoli che si scambiano, situazioni drammatiche da una parte e fastose dall’altra, imbarazzo nello sfarzo e nella povertà.
L’avventura di Tom ed Edoardo è avvincente, alcuni tratti sono divertenti, altri invece molto profondi ma, per quanto venga considerato dalla critica come uno dei migliori lavori dello scrittore, Il principe e il povero (The Prince and the Pauper – titolo originale), non ha saputo tenermi incollato alle pagine virtuali come altri libri.
Non c’entra l’argomento perché sapevo di cosa si trattasse ma ho trovato la prosa molto, molto lenta. Tanto che alcuni passi sono risultati quasi noiosi. Alla fine sapevo che la storia avesse il lieto fine ma a differenza di altri romanzi, non tornerei a leggerlo.
Naturalmente questo è il mio punto di vista e non ho alcun potere per criticare o giudicare un maestro della letteratura come Mark Twain.