I papi che governarono la Chiesa nel medioevo spesso si macchiarono di comportamenti scandalosi e la storia del papa o papessa Giovanni VIII rientrerebbe tra questi.

Nel 1997 il gruppo Pitura Freska si chiedeva se, dopo l’elezione Denny Mendez a Miss Italia 1996,  fosse possibile avere un Papa proveniente dall’Africa, come aveva anche predetto Nostradamus.

Un Papa nero non c’è stato ma forse in Vaticano c’è stato un Papa donna, una Papessa.

Violenti terremoti scuotono l’Italia del sud, si dice che sulla Francia sia piovuto sangue, a Roma il fetore delle locuste che sciamano sulla città prima di cadere morte in mare ammorba l’aria rendendola irrespirabile e causando la morte di uomini e animali. Il popolo è in preda al panico.

Quello di Carlomagno, incoronato imperatore, era forse davvero l’ultimo regno che doveva precedere la fine del mondo? Maometto era il precursore dell’Anticristo in nome del quale l’avanzata verso occidente dei suoi seguaci doveva segnare la fine della cristianità?

Siamo nell’857 e il popolo romano si raccomanda a Giovanni VIII, che nei primi due anni di pontificato si è fatto amare dai credenti. La folla lo acclama e lo circonda mentre guida la processione da San Pietro alla residenza in Laterano.

Quando però il corteo svolta tra il Colosseo e la chiesa di San Clemente, il Papa si accascia. Chi lo soccorre rimane esterrefatto scoprendo che il Papa Giovanni VIII in realtà è una donna, in preda alle doglie del parto.

La folla inferocita trascina il pontefice col neonato fuori dalle mura della città, lapidandoli a morte.

Questa è la storia raccontata e ritenuta vera per diversi secoli.

La vita monastica per amore

All’inizio del IX secolo, verso l’818, si racconta che a una coppia di missionari inglesi residenti a Magonza nacque una bambina che fu chiamata Giovanna.

Dotata di grande bellezza e spiccato acume, all’età di 12 anni la bambina si innamorò di un monaco, lasciò la casa paterna e, vestendo abiti maschili si presentò come novizio al monastero per poter essere vicina all’amato.

Le giornate di Giovanni Anglico – così si faceva chiamare – seguivano le regole monastiche ed erano scandite da preghiera, studio e lavoro ma le notti erano dedicate all’amore.

L’inganno non durò molto, la coppia fu scoperta e dovette fuggire, iniziando un pellegrinaggio per tutta l’Europa fino alla Terra Santa.

Ad Atene il compagno di Giovanna scomparve e lei ripiegò verso Roma.

Sempre in abiti maschili, Giovanna si dedicò all’attività di notaio o, secondo una differente versione, divenne insegnante. Ben presto divenne molto conosciuta a Roma, gli studenti ne elogiavano l’eloquenza, i filosofi rispettavano la sua saggezza, i cardinali apprezzavano le conoscenze teologiche e i cortigiani del Papa l’amavano per la generosità che dimostrava.

Fu così che alla morte di Leone IV, Giovanna venne eletta all’unanimità come successore del defunto Papa e salì al soglio pontificio con il nome di Giovanni VIII.

Il segreto venne custodito per circa un biennio fino a quando non si invaghì del proprio valletto, divenendone l’amante.

Come già anticipato, la donna rimase incinta e partorì in pubblico, finendo lapidata insieme al neonato.

In fretta e furia venne eletto un nuovo Papa, Benedetto III. Successivamente la storia ecclesiastica anticipò la data della sua elezione all’855 nel tentativo di eliminare ogni traccia del pontificato di Giovanna.

Quando, nell’872, venne eletto Papa un altro Giovanni, fu chiamato Giovanni VIII invece che Giovanni IX.

Giovanni VIII, le prove per i dubbiosi

La storia della papessa si delinea intorno al X secolo durante il quale regnarono circa 23 papi, alcuni solo per pochi mesi.

Le loro vite finirono quasi sempre in modo tragico: imprigionati, assassinati, deposti, lasciati morire di fame, accecati o altro. Dietro le loro figure quasi sempre c’erano importanti donne della nobiltà romana.

Se le donne detenevano tanto potere, perché non poteva esserci un papa donna?

Il primo riferimento storico riguardo la papessa si trova in una raccolta di esempi per i predicatori – “Tractatus de diversis materiis praedicabilibus seu de septem donis Spirtus Sancti” – opera del XIII secolo del domenicano francese Stefano di Bourbon.

Egli aveva trattato la vicenda da una cronaca universale dalla nascita di Cristo al 1247, scritta nello stesso secolo da un altro domenicano, Martino Polono.

I sostenitori del pontificato di Giovanna portano a riprova della loro tesi la statua di una donna con un bambino che si trova nel vicolo in cui la processione papale s’interruppe con l’accasciamento del pontefice.

Le processioni, dopo quell’evento, non percorsero più quel tragitto divenuto teatro di scandalo.

Per oltre 200 anni, tra i busti papali del duomo di Siena, ne rimase uno con la targa «Papa Giovanni VIII, una donna dall’Inghilterra» che fu sostituito da Clemente VIII con un’altra targa.

Forse però la prova più bizzarra che sostiene la storia della papessa è la cosiddetta sella stercoraria, uno strano sedile con un buco nel mezzo trovano nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Si diceva che fosse usato dalla fine del XI secolo fino al XVI secolo per sincerarsi che un nuovo papa fosse di sesso maschile.

Cosa ne pensano gli studiosi

La storia della papessa fu presa in seria considerazione, tanto che se ne discusse nel Concilio di Costanza del 1415.

Pio II, studioso che governò la Chiesa in quello stesso secolo, cercò di sfatare il mito ma senza successo e i Protestanti del XVI e XVII secolo utilizzarono la storia della papessa per combattere il papato.

Gli storici oggi tendono a negare la veridicità della papessa Giovanna, sostenendo che non si tratterebbe di fatti reali ma di un’eredità derivante dai corrotti costumi medievali dei papi per cui tutto quanto di strano o malvagio si raccontasse era considerato come vero.

Riguardo lo strano sedile di marmo della basilica, gli storici ritengono si trattasse di una “comoda” usata nei bagni dell’antica Roma.

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