Iato, dittongo, trittongo sono un gruppo di vocali che caratterizzano la grammatica italiana. Ma, nello specifico, cosa sono?

Iato, dittongo, trittongo sono termini di cui abbiamo sentito parlare nel frequentare le scuole elementari e che troviamo continuamente nella nostra lingua, anche se non ci facciamo troppo caso.

Per chi ha un figlio o una figlia, un/una nipote, un fratello o una sorella che frequentano la scuola primaria, ecco che iato, dittongo e trittongo tornano improvvisamente alla ribalta.

Succede poi che, aiutandoli nei compiti, possano chiedere «ma cosa sono che a scuola non ho capito bene?». Panico.

Sì, perché magari lo sappiamo, li usiamo abitualmente ma non lo sappiamo spiegare. Almeno dopo tanti anni.

Una breve rinfrescata non può che fare bene, soprattutto con il caldo dell’estate per capire e spiegare quale siano le differenze.

Iato, dittongo, trittongo cosa sono?

Si tratta di insiemi di vocali, come detto all’inizio, ma con delle differenze. Magari sarà facile individuare, già dalla parola, la differenza tra dittongo e trittongo. Un po’ meno, forse, per lo iato.

Partiamo proprio da quest’ultimo. Lo iato.

Iato deriva dal latino hiatus che si significa separazione, distacco. Si tratta dell’unione di due o più vocali che si pronunciano come suoni distinti. Quindi non formano un dittongo.

Lo iato si forma come segue:

  • le vocali A, E, O si incontrano tra loro: paese, aereo, creare, geografia;
  • la I o la U con accento seguono o precedono un’altra vocale senza accento: vìa, pra, eccetera;
  • la I fa parte dei prefissi ri-, bi-, tri-: biennio, triennio, riunione.

Nella suddivisione in sillabe di una parola con lo iato, le vocali appartengono sempre a due sillabe diverse: pae-se, ae-reo, crea-re.

Il dittongo

Si tratta di un gruppo di due vocali che si pronuncia con una sola emissione di voce e costituisce una singola sillaba.

Il dittongo si ottiene con:

  • Unione di i e u, senza accenti;
  • Unione di i e u, senza accenti, con le altre vocali che in genere sono accentate.

I dittonghi possibili sono:

, , , : ptto, fno, fre, fme;
: gsto, grra, gda, fri;
àiàu: dirài, càusa
èi, èu: nèi, nèutro;
òi: vòi.

Come detto, le vocali di un dittongo formano una sola sillaba. Quindi, suddividendo una parola in sillabe, le vocali devono restare sempre unite.

Non sono dittonghi qua (qui, que, quo), cia (cie, cio, ciu), gia (gie, gio, giu), scia (scie, scio, sciu), glia (glie, glio, gliu): la u e la i non generano un dittongo perché servono a dare alla q, c, g, sc, gl suoni particolari che altrimenti non avrebbero.

Trittongo

L’ultimo gruppo di vocali di cui parliamo è il trittongo. Ovvero, come suggerisce la parola stessa, l’unione di tre vocali che formano una sola sillaba e si pronunciano con una sola emissione di voce.

Il trittongo è un dittongo unito alla vocale i:

  • iài (soffiài)
  • ièi (mièi)
  • uài (guài)
  • uòi (buòi)
  • iuò (aiuòla)

Ricorda che in un trittongo le tre vocali formano una sola sillaba che quindi, nella suddivisione in sillabe, non devono mai essere separate.

Ora, rileggendo questa breve “guida”, potrai rispondere alla domanda «Qual è la differenza tra iato, dittongo, trittongo?»

Categorizzato in: