L’annuncio di ieri della NASA riguardo la scoperta di sette corpi celesti con dimensione simile al nostro è una delle notizie scientifiche più importanti degli ultimi anni.

I sette esopianeti – nome usato per indicare la loro posizione all’esterno del sistema solare – scoperti distano circa 40 anni luce da noi che, tradotto, significa 378.429.218.903.240 km che non saprei nemmeno come leggerla.

Tre di questi sembra si trovino in una zona considerata abitabile e potrebbero avere acqua in superficie, favorendo probabili forme di vita.

I nuovi esopianeti orbitano intorno ad una “nana rossa“, una stella più piccola e fredda rispetto al sole con una grandezza riconducibile a quella di Giove il cui diametro è circa 11 volte più grande rispetto alla Terra. La nana rossa che si chiama TRAPPIST-1, nome scelto per ricordare l’ordine monastico dei trappisti noti per la produzione di birra in Belgio, è visibile nella costellazione dell’Acquario ma non ad occhio nudo e i pianeti che orbitano intorno a lei sono stati chiamati come la stella di riferimento, quindi TRAPPIST-1b, TRAPPIST-1c e via fino a TRAPPIST-1h.

 

Scoperta esopianeti

I sette pianeti che orbitano intorno a TRAPPIST-1, messi in fila a seconda della loro distanza (non in scala) dalla stella
(NASA/R. Hurt/T. Pyle)

La scoperta degli esopianeti

La scoperta degli esopianeti è stata effettuata grazie ad una tecnica che prevede l’osservazione indiretta dei corpi celesti. Per rendere il concetto maggiormente comprensibile, i ricercatori osservano una stella e rilevano i cambiamenti di luminosità quando, periodicamente, un pianeta le passa davanti coprendola in parte.

In base a queste variazioni di luce e altri parametri, gli astronomi possono ricostruire informazioni riguardo dimensioni, composizione e distanza dalla stella di riferimento.

Gillon e i suoi colleghi dichiarano nel loro studio che 6 pianeti su 7 possono essere comparati con la Terra per dimensioni e temperatura sulla superficie e hanno una superficie rocciosa come il nostro pianeta.

La scoperta è molto importante per l’astronomia che si occupa dello studio dei pianeti esterni al sistema solare ma anche per la ricerca di possibili forme di vita che potrebbero essersi sviluppate da altre parti oltre la Terra anche se è naturalmente prematuro sostenere o pensare che possano essersi sviluppate forme viventi su uno dei sette esopianeti.

L’attenzione però sarà rivolta proprio a questo aspetto, indagando grazie ai prossimi telescopi più potenti su cui ESO e NASA sono al lavoro.

Anche Google oggi celebra la notizia con un Doodle animato molto divertente.

La Terra, con l’inseparabile Luna, osserva lo spazio con un telescopio fino ad individuare uno dei nuovi pianeti. A quel punto anche gli altri 6 si avvicinano al primo così da poter essere inquadrati, sorridono e salutano la Terra e la Luna che esultano.

esopianeti doodle google

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