Fuori da o fuori di? Quale preposizione deve seguire il termine “fuori”? Non sembra esserci uniformità nella scelta ma l’Accademia della Crusca conferma l’uso di una sola delle due opzioni.
Qual è la preposizione, semplice o articolata, che segue correttamente la parola fuori? E’ corretto dire fuori da o fuori di?
E’ un dubbio legittimo che appare, il più delle volte, nella forma scritta perché in un dialogo normale, “quel che viene, viene”.
A quanto pare vocabolari e linguisti non sono tutti d’accordo sull’uso della preposizione. E’ giusto dire “ci vediamo fuori dal locale” o “del locale“? Oppure “fuori di casa” o “da casa“?
Visto che la diatriba sembra non avere una soluzione definitiva, si può quasi azzardare che entrambe le preposizioni siano accettate.
Ma la forma corretta è “fuori di”.
Fuori indica una distanza o un’esclusione quindi, secondo Vincenzo Ceppellini, prevede l’uso della preposizione “di”.
Anche il glottologo (la glottologia è la disciplina che si occupa dello studio storico delle lingue e delle loro famiglie e gruppi di appartenenza e delle origini etimologiche delle parole) Aldo Gabrielli sostiene questa versione.
Fuori si unisce solo con la preposizione “di” e mai con “da”.
Il linguista Luciano Satta, oltre ad indicare “di” come preposizione corretta, spiega che in presenza di un verbo si tende ad utilizzare la preposizione legata al verbo piuttosto che a “fuori”. Ad esempio “Lo cacciarono fuori dalla stanza”.
In questo caso il verbo pretenderebbe l’uso della preposizione semplice “da”. Nell’esempio appena citato ma anche in tante situazioni simili, ogni incertezza si risolve eliminando la parola “fuori”, quindi “lo cacciarono dalla stanza”.
Fuori, invece, dev’essere accompagnato solo da “di”.