Lo sconfinato potere di Google, delle mappe, dei servizi online e del web può tanto determinare il successo di un’attività o definirne il declino, anche quando non si tratti della realtà.
E’ proprio questo secondo caso che porta una pizzeria di Napoli a citare in giudizio Google chiedendo un milione di euro di risarcimento per danni all’immagine e patrimoniali. Infatti la pizzeria Brandi sulle pagine del motore di ricerca veniva indicata come “definitivamente chiusa” senza che realmente lo fosse.
Per almeno una decina di giorni e solo sul motore di ricerca l’attività sembrava cessata. Non si comprende se l’errore sia stato di Google o di qualcuno che possa avere avuto accesso alle informazioni per modificare i dettagli dell’esercizio.
Angelo Pisani, presidente di Noi Consumatori e avvocato a difesa della pizzeria, annuncia l’azione legale «a tutela della web reputation del marchio Pizzeria Brandi» e chiede «anche al legislatore di pensare ad una nuova normativa a tutela delle persone che per errore o altro nel veloce mondo di internet possono essere spazzati via e distrutti senza un’idonea difesa e cautele».
La diffamazione su internet è un grave e urgente problema da risolvere per il bene delle persone e aziende. E’ evidente che se parliamo di web, con milioni e milioni di utenti ogni giorno da tutte le parti del mondo, i danni per le parti offese o pregiudicate diventano incalcolabili