Cuffie bluetooth e dispositivi senza fili sono comodi nella quotidianità ma sono davvero sicuri per la salute?

Le cuffie bluetooth o i dispositivi senza fili sono sicuri? Che effetti possono derivare dall’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici? Il dibattito iniziato nel 2015 è sempre d’attualità.

Secondo gli esperti, una prolungata esposizione ai campi elettromagnetici dei dispositivi senza fili potrebbe causare:

  • Cancro;
  • Danni genetici;
  • Disturbi alla memoria;
  • Difficoltà di riproduzione;
  • Difficoltà di apprendimento.

L’appello formulato da 242 scienziati di 42 paesi chiedeva delle misure molte severe per limitare l’esposizione. Anche se sono state effettuate delle ricerche che sembrano non trovare collegamenti tra cancro e smartphone, ricerche sugli effetti derivanti dai campi magnetici, non si sa nulla sulle conseguenze a lungo termine.

Radiazioni elettromagnetiche nelle cuffie bluetooth o altri disposivi: cosa sono?

Le cuffie bluetooth o i dispositivi senza fili emettono delle radiofrequenze.

Si tratta di aree di energie invisibili prodotte dall’elettricità. Nel 2011 queste radiazioni sono state associate a «possibili effetti cancerogeni».

Quest’associazione è derivata dall’aumento del rischio di glioma, un tipo di tumore del cervello.

Da uno studio dello scorso anno del National Toxicology Program è emerso che un’esposizione ad alti livelli di radiofrequenze, come quelle emesse dai dispositivi 2G e 3G, possono causare cancro nei topi. Il test però non chiarisce se gli stessi effetti possano essere applicati anche agli essere umani.

Cuffie bluetooth e cellulari a confronto

Le radiazioni emesse da cuffie ed auricolari bluetooth o altri dispositivi senza fili sono inferiori a quelle emesse dai cellulari.

Ma le radiazioni non sono il solo elemento a creare il rischio. Quello che va considerato è anche il tasso di assorbimento specifico (SAR), percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo quando esposto ad una radiofrequenza.

Il SAR determina quante radiazioni entrano nel corpo. Da una parte la quantità di radiazioni emesse dai dispositivi bluetooth è inferiore a quella dei cellulari ma, soprattutto nel caso di auricolari e cuffie, si tratta di componenti che si posizionano sulla testa.

Chi produce questi dispositivi si difende, naturalmente, evidenziando come le radiazioni siano sempre sotto i limiti di legge.

Confortante, ma non basta. Perché le leggi non tengono conto dell’esposizione prolungata. Utilizzare per molte ore al giorno le cuffie o gli auricolari potrebbe creare problemi seri.

Come rimediare?

E’ sempre consigliabile, quando l’ambiente lo permette, utilizzare il vivavoce, ormai in dotazione su tutti gli smartphone.

Per la musica, meglio preferire l’ascolto senza cuffie o, quantomeno, cuffie con i fili. Quelle dedicate all’alta qualità hanno quasi sempre il filo ed esistono modelli più economici e più costosi che garantiscono una buona/ottima qualità del suono.

I bambino dovrebbero essere scoraggiati dall’uso delle cuffie. Le ossa del cranio nei bambini sono più sottili per cui avrebbero una protezione ridotta.

Evitare di rispondere alle chiamate quando il segnale è scarso. In quelle circostanze, oltre a non comprendere al meglio l’interlocutore, le radiazioni aumentano d’intensità.

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