Ciao Gigi. La tua lunga e meravigliosa avventura alla Juventus è finita qualche giorno fa. Ufficialmente.

L’addio c’era stato all’ultima di campionato e confesso che ho guardato in TV la partita con brividi. Con ansia. E con il cuore triste.

Ma se l’anno scorso, in occasione del trasferimento di Bonucci al Milan, la cosa mi aveva colpito ma non troppo, mai avrei pensato di dire “ciao Gigi” e che tu – il Capitano – lasciassi la squadra per andare in una diretta concorrente per la Champions.

Avrei creduto che tu – il Capitano – non avresti accettato una squadra italiana ma nemmeno una possibile rivale per il trofeo che hai inseguito a lungo, hai sfiorato ma mai alzato.

Con la Juventus sei diventato grande e hai fatto grande la Juventus. Come nel video di saluto che ti hanno tributato, hai conosciuto il bianconero da giovane e lo lasci da uomo.

Devo dire che scrivo queste parole con sentimenti contrastanti. Perché sei stato un idolo per me, tifoso della Juventus, anche e forse soprattutto nella partita persa col Real Madrid, con quel rigore all’ultimo respiro dalla grande impresa.

Quella tua reazione, scomposta e irruente, mi aveva riempito il cuore. Le dichiarazioni successive no, ma ci sono passato sopra.

Avrei tanto voluto vederti salutare il tuo pubblico, che nella sua quasi totalità ti ha sostenuto ciecamente in ogni circostanza, e vederti l’anno prossimo in tribuna con Nedved. A seguire la tua squadra. A dare il tuo supporto, il tuo apporto di carattere e professionalità.

Ma non avevo fatto i conti con l’altro dio che anima voi giocatori. Quello che quando chiama diventa irresistibile. Che fa dimenticare qualcuno che si voleva incatenare ai cancelli di Vinovo o fa sembrare più piccoli diciassette anni trascorsi con una sola maglia.

Fino all’ultimo, più che della notizia di Ronaldo, ho sperato di non leggere mai l’annuncio del tuo trasferimento. Che invece è arrivato.

Con la stessa forza, negativa, provata tanti anni fa per il mio vero, unico, grande amore del calcio, Roberto Baggio. Ero ancora abbastanza piccolo e ho avuto la fortuna d’incontrarlo il giorno prima che venisse ufficializzato il suo passaggio al Milan.

Una frattura al cuore da tifoso juventino, ma amore immenso, infinito che dura ancora oggi per l’amante del calcio. Roberto Baggio l’ho amato ovunque: Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia. Sempre. Fino all’ultimo minuto dell’ultima partita…e ancora oltre.

L’ho amato anche più di Del Piero di cui non sono mai riuscito ad innamorarmi fino in fondo proprio perché ha preso il suo posto. Dopo Baggio, nessuno… a parte te. Ma con un sentimento diverso, leggermente distaccato.

Consapevole che nulla dura per sempre, tanto meno il contratto, le parole e le promesse di un calciatore. Però con te, Gigi, ero quasi riuscito a fare un’eccezione.

Come dicevo prima, speravo che restassi con un’altra divisa addosso, ma sempre nella Juve. E invece no.

Per questo da una parte sì, ti auguro abbastanza fortuna ma non tutta quella che cerchi. Dall’altra parte il “ciao Gigi” è un po’ biascicato. Si smorza tra i denti che si stringono in un misto di rabbia e delusione.

Non c’entra niente o forse solo in parte con te, ma pensando al tuo addio mi è tornato un mente il carme 72 di Catullo che, nella traduzione italiana, dice:

Adesso ti ho conosciuto: perciò anche se ardo con maggiore violenza
tuttavia mi sei molto più senza valore e di poca importanza.
Come è possibile dici? Perché tale offesa
costringe l’amante ad amare di più, ma a voler bene di meno.

Ecco… io e tutti i milioni di tifosi che, diciamolo, hai deluso con la tua scelta abbiamo subìto un’offesa che ci costringe a voler bene di meno.

Forse dico queste cose perché non sono abituato a trattare e maneggiare milioni di euro e perché credo ancora nel valore delle persone. Ma i cuori dei tuoi tifosi che ti avrebbero amato e osannato sempre e per sempre sarebbero valsi più di quattro milioni per uno che non ha problemi e non ne avranno le sue non so quante generazioni future.

Sono scelte.

Tu, Gigi, hai compiuto la tua e dopo averti amato per diciassette anni è impossibile odiarti. Ma un po’ di rabbia concedimela. Sei stato grande e ora lo sei ancora, ma un po’ meno.

Allora Ciao Gigi… in bocca al lupo con affetto ma con un po’ di bene di meno.

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