Chiedere scusa, non esiste un modo perfetto per scusarsi dopo un errore ma potrebbe non bastare dire semplicemente “mi dispiace”.

Chiedere scusa dopo aver commesso un errore è doveroso. Nonostante si abbiano le migliori intenzioni e nonostante tutti gli sforzi che si possano fare, sbagliare è un dato di fatto.

Capita a tutti, nessuno escluso. Siamo essere umani e la nostra natura ci porta ad essere inclini all’errore.

Se da una parte non possiamo evitare di commetterne, dall’altra possiamo imparare a chiedere scusa.

Molti degli errori che si commettono, per fortuna, non avranno un grande impatto sulle persone che ci circondano. Altri però finiranno per ferire amici, partner, parenti indipendentemente che siano sbagli commessi inavvertitamente oppure (peggio) intenzionalmente.

Come comportarsi? Meglio fare finta di niente lasciando che il tempo sistemi le cose e l’errore venga dimenticato oppure si dovrebbe affrontare l’errore e chiedere scusa, per quanto possa essere difficile e doloroso andare a toccare una ferita?

Il modo in cui ci comportiamo ci definisce agli occhi di chi abbiamo di fronte e, solitamente, scappare è da cordardi.

Chiedere scusa, uno dei compiti più difficili

Scusarsi può rivelarsi molto difficile ma è ancora più difficile chiedere scusa in modo autentico.

Ci vuole forza e coraggio per ammettere il proprio sbaglio, soprattutto se fatto in modo totalmente inconsapevole. Tuttavia volendo evitare o ignorare un momento che potrebbe essere doloroso, quel dolore tenderà a crescere e riaffacciarsi nel corso della vita.

Come dicevo all’inizio, non esiste un modo corretto per chiedere scusa ma, al contrario, ci sono tanti modi inefficaci per farlo.

Mettersi di fronte all’altro e dire “mi dispiace” potrebbe essere molto semplice ma quel che conta non sono le due parole ma le intenzioni che le accompagnano.

Scusarsi in modo autentico è una delle cose più difficili da fare.

Uno dei modi migliori per chiedere scusa e supportare il momento con una genuina emozione riguarda la pratica della preghiera hawaiana Ho’oponopono.

Cos’è l’Ho’oponopono?

Ho’oponopono è una parola quasi impronunciabile che non tutti conoscono. Ha origine infatti nelle Hawaii, e dalla lingua locale si traduce letteralmente in rimettere le cose al proprio posto. Questo vocabolo è divenuto il nome di una filosofia di vita basata sull’perdonoe l’accettazione. Non si tratta di una meditazione nel senso stretto del termine, anche se abbraccia molti concetti legati alle meditazioni orientali ed al buddhismo.

Il concetto di Ho’oponopono viene dalla cultura polinesiana che, fin dall’antichità, ritiene che la malattia, sia fisica che spirituale, derivi dagli errori che commettiamo. Alcune tribù credevano che l’errore scatenasse la rabbia degli dei o che attirasse spiriti maligni. Oppure altre ancora vedevano nel senso di colpa provocato dagli errori la causa scatenante del malessere.

Ancora oggi, in alcune isole del Pacifico meridionale, è profondamente radicata la convinzione che rabbia e emozioni negative danneggino fortemente salute fisica. Siccome è impossibile non provare alcuna emozione negativa, la soluzione è la confessione. I popoli del Pacifico credono fermamente che tenere segreto il male che si è fatto porti a peggiorare la situazione. Quando viene confessato l’errore, questo non ha più potere sulla persona.

Ho’oponopono potrebbe tradursi con “correggere” o “correggere un errore“. Quel che ha di particolare è che non si tratta di una preghiera rivolta all’ottenimento di un risultato (ovvero la guarigione di una relazione che l’errore potrebbe aver compromesso) ma sulla guarigione della persona che ha commesso lo sbaglio e la guarigione dell’altra persona.

E’ semplice ma molto profonda e il suo significato potrebbe essere «Mi dispiace. Ti prego, perdonami. Grazie. Ti amo (ti voglio bene)».

Quel che deve stare alla base delle scuse è tutto qui, in questa preghiera. Il modo per scusarsi si può dividere in quattro passaggi.

1. Prima di chiedere scusa

Per cosa sei dispiaciuto?

Prima di iniziare a parlare e lasciarti guidare dalle emozioni devi capire per cosa sei effettivamente dispiaciuto.

Inizia scrivendo quel che è successo. Scrivendo e descrivendo l’accaduto dovrai essere in grado di giudicare cose, persone, parole. Dovrai solo raccontare quel che è successo come una semplice cronaca senza lasciarti influenzare dal resto. Non dimenticare i dettagli, anche quelli che ti sembreranno banali.

Qual è stato l’errore?

Anche in questo caso, racconta il tuo errore. Non parlare di altro o di altri, nemmeno se abbiano interferito con te e ti abbiano portato a commettere il tuo sbaglio. Concentrati su ciò che hai fatto.

Quali sensazioni provi?

Hai di fronte la storia ed il tuo errore. Per come lo hai vissuto. Come ti senti fisicamente? Che sensazioni provi? Scrivi qualsiasi cosa ti passi per il corpo. Così saprai su cosa concentrarti quando avrai di fronte l’altra persona.

Perché provi queste sensazioni?

Hai scritto la storia, hai scritto il tuo errore, hai scritto le tue sensazioni. Ora cerca di capire (e di scrivere) perché ti senti come ti senti.

Identifica le tue emozioni

Ora hai capito le tue sensazioni corporali ma quali sono le tue emozioni? Chieditelo. Rabbia? Paura? Tristezza? Disgusto?

Cosa ti aspetti?

Stai annotando tutto per chiedere scusa. Ma cosa ti aspetti? Ricucire un rapporto? Riprendere l’amicizia?

Cosa desidereresti vedere dopo le tue scuse?

Attenzione: se l’altra persona per te non ha alcuna importanza, se con quella persona non vuoi condividere nulla, non avrai nemmeno motivo di scusarti.

Se invece stai bene, vuoi bene all’altra persona, passiamo al punto successivo.

2. Durante le scuse

Per favore, perdonami

Tutto quello che hai annotato sono cose tue, non dovrai condividerle con l’altra persona. Con lei dovrai riconoscere il dolore che hai causato e quale sia stata la tua colpa nella situazione.

E’ importante però spiegare la tua verità senza aggiungere commenti vari che non c’entrano niente.

Tipo:

Credo che tra noi sia successo… <illustri quanto accaduto>

Ho capito che il mio errore è stato… <illustri l’errore>

Sono rimasto…<inserisci sensazioni ed emozioni>

Per il futuro vorrei… <spieghi quali sono i tuoi desideri>.

Semplice, lineare. Ma questo è solo una schema per capire, non da adottare o copiare pedissequamente.

Dopo esserti spiegato, smetti di parlare di te stesso. La tua parte l’hai fatta per iniziare la conversazione. Ora arriva una delle parti più difficili: ascoltare. Puoi fare domande per sapere come si sia sentita l’altra persona.

Ma è importante ascoltare quello che l’altro dice, altrimenti le scuse varranno niente.

3. Grazie

Tocca all’altra persona adesso. Lascia spazio per vedere che effetto abbiano sortito le tue parole. Sappi che la reazione potrebbe non essere quella che aspettavi o speravi. D’altra parte chiedere scusa comporta coraggio proprio per questo, stai andando dritto nella ferita che hai causato. Una reazione poco piacevole dovrai metterla in conto.

Sentirai cose che forse avresti preferito non sentire. Quello che sentirai e non ti piacerà potrebbe porti sulla difensiva o farti arrabbiare. Lo stress si alzerà, da entrambe le parti, ai massimi livelli.

Potrà mancarti la salivazione, potrai sentire gli occhi bruciare, riempirsi di lacrime, potrai sentirti tremare o ti girerà la testa. E’ normale.

Per evitare che ciò accada non farti travolgere dall’emozione del momento ma cerca di ascoltare e capire l’esperienza vissuta dall’altra parte. Non ascoltare perché ti sembra giusto farlo, ascolta per capire.

Ringrazia. Respira e di’ grazie perché l’altra persona è di fronte a te e ti parla.

Ringrazia perché come te, anche l’altra persona ha condiviso le sue esperienze ed emozioni.

4. Chiedere scusa, cosa succede dopo

Ti amo (o ti voglio bene)

Se sei arrivato fino a qui è perché l’altra persona ti sta a cuore. Supponiamo che il tuo errore sia tale per cui la relazione tra voi possa essere ricucita.

Ti amo o ti voglio bene incoraggiano la curiosità. Come si possono sistemare le cose e cosa si potrà fare di diverso andando avanti?

Pensa a qualcosa che tu possa fare per ricongiungerti all’altra persona, per cui tu possa mettere in gioco il tuo amore, il tuo apprezzamento, il bene o il rispetto.

Elenca le cose per cui potresti dire grazie all’altra persone. Anche questo è difficile perché spesso non si tiene conto di quanto l’altra parte faccia o abbia fatto per noi.

Però scoprirai che è bello sapere per cosa tu possa dire “grazie“. Fare un apprezzamento o mostrare gratitudine è bello come riceverli.

Quest’ultima parte della preghiere Ho’oponopono non riguarda solo il bene per la persona vittima del tuo errore. E’ una preghiera anche per te, per capire come guarire e superare lo sbaglio.

Certo, dopo un litigio sarebbe più comodo tacere, nascondere i sensi di colpa o la vergogna per un errore di cui siamo pentiti ma che non vogliamo raccontare.

Invece bisogna provarci, sempre. E ripetere «Mi dispiace. Ti prego, perdonami. Grazie. Ti voglio bene».

Quando si racconta la propria verità per chiedere scusa è necessario mostrarsi convinti senza però aspettarsi nulla in cambio o senza incoraggiare l’altra persona a comportarsi come si vorrebbe.

Purtroppo non è possibile influenzare o controllare l’esito delle proprie scuse ma è importante arrivare alla consapevolezza di voler sistemare le cose.

Chiedendo scusa.

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