Spalletti, di ritorno alla Roma, ha steccato l’esordio, fermato all’Olimpico dal Verona con un pareggio arrivato a mezz’ora dalla fine.
Wszolek entra in area, Castan lo segue ma non è veloce quanto lui e l’intervento in scivolata non basta a raggiungere il pallone. Calcio di rigore che Pazzini trasforma scheggiando la traversa. Al di là del risultato, ancora una volta deludente per la formazione giallorossa, è da sottolineare il comportamento del difensore che sperava nel ritorno in campo da protagonista positivo, lasciandosi alle spalle tutti i difficili momenti del passato.
Quattro ore d’intervento per sistemare una malformazione vascolare congenita, un cavernoma che il professor Maurizio Fornari spiega come:
È una malformazione vascolare congenita, una piccola matassa di vasi che in questo caso hanno una bassa pressione arteriosa al loro interno e che possono dare origine a micro-emorragie o disturbi di tipo circolatorio.
Castan non si lascia sopraffare, supera l’intervento e con una lunga riabilitazione recupera anche la parte sinistra del corpo che stentava a rispondere. Lentamente torna a correre e a disposizione della squadra. Spalletti si è assicurato delle sue condizioni prima di schierarlo ieri, assecondando la grinta che gli si leggeva negli occhi.
Una prestazione opaca, giocatore impacciato e interventi che non sono ancora all’altezza del vero Castan. Lo stadio ha compreso, i compagni e l’allenatore hanno compreso. Eppure Castan ha sentito il bisogno di chiedere scusa a tutti. Non per un gol segnato ad una ex squadra ma per una prestazione non all’altezza che può aver frenato la scalata in classifica della sua squadra.
Se le gambe non corrono e i muscoli sembrano stentare, il cuore non si arrende mai.
— LC5 (@l_castan) 17 Gennaio 2016
Un bel messaggio corrisposto da un altrettanto bella serie di risposte da colleghi e tifosi che hanno mostrato, una volta di più, la loro vicinanza a Castan.
Questo è il calcio bello da vedere, quello che va oltre i risultati e fa riscoprire l’umanità.