L’avventura di Garcia alla Roma finisce oggi. O è finita stanotte. O forse è finita ad inizio stagione o magari ancora prima.
Il suonatore di violino, arrivato dal Lille carico di belle speranze, aveva fatto ben sperare per la conquista di un titolo che invece, nelle due stagioni e mezza sulla panchina giallorossa non è mai arrivato e mai per una rosa inferiore alle avversarie ma trovando sempre alibi a giustificare il mancato trionfo.
Con Garcia la Roma è sempre stata penalizzata ma forse, prima che dagli arbitri come il musico francese si ostina a sostenere, dalle sue scelte confuse e discutibili che hanno trovato ampio riscontro anche in questa stagione con la Roma che naviga a ridosso della zona europea della classifica, senza aver mostrato mai carattere e grinta per poter ambire a qualcosa di più.
Naturalmente per colpa degli arbitri. Infatti se l’arbitro non avesse sfruttato la video-tecnologia sul gol di Pepe in Chievo-Roma…la classifica sarebbe sempre la stessa. Ma le polemiche aizzate da Garcia e, di conseguenza, da tutta la squadra, non sono certo limitate a quest’anno ma si riferiscono all’anno precedente e a quello prima ancora, chiusi entrambi al 2° posto alle spalle di una Juventus che si è dimostrata superiore anche senza favori arbitrali e che ha vinto con 17 punti di distacco in entrambe le occasioni.
Con diciassette punti di distacco, non tre, cinque o sei non si parla di punti accumulati negli scontri diretti e non si può dare la colpa solo ai torti arbitrali ricevuti.
Certo, a favore di Garcia potrebbero essere risultate fondamentali alcune scelte societarie, un presidente che vive dall’altra parte del mondo e non a contatto con la squadra, acquisti non sempre vincenti, prestazioni sotto tono, giocatori al tramonto della loro meravigliosa carriera e che sono costretti agli straordinari per dimostrare agli altri come si diventa campioni, altri che hanno trascorso la loro all’ombra di un futuro che non è mai arrivato.
Tutte le colpe non sono di Garcia, ma una discreta parte sì. Siccome nel calcio è sempre l’allenatore il primo a pagare per tutti, è giusto che la sua esperienza alla Roma sia finita così anche se forse sarebbe servita una sterzata tempo fa.
Sono contento per Spalletti, nutro per l’allenatore di Certaldo una grande stima ma le prime dichiarazioni lasciano perplessi «Finisco ciò che ho iniziato. Se non abbiamo vinto (nel 2008) è stato per colpa di alcuni errori arbitrali». Insomma, una dichiarazione polemica che non è forse il giusto modo per caricare un ambiente già sufficientemente avvelenato.