Ascensione è un film disponibile su Netflix dal 29 dicembre 2017 che racconta, con qualche licenza cinematografica, la storia del giornalista Nadir Dendoune, il primo franco-algerino ad aver scalato l’Everest.
La trama di Ascensione
Samy Diakhaté (interpretato da Ahmed Sylla) è un giovane disoccupato che vive nella periferia di Parigi e spera di poter conquistare il cuore di Nadia (Alice Belaïdi) di cui è sempre stato innamorato, fin dai tempi della scuola. Dopo un’uscita serale da cui non riesce a strappare alla ragazza il tanto desiderato bacio, Samy propone a Nadia di concedergli una possibilità nel caso in cui lui riesca a scalare l’Everest. Lei accetta senza pensare che Samy non stia scherzando ma che per amore sia davvero disposto ad affrontare una simile impresa che potrà intraprendere grazie alle sponsorizzazioni.
Regia: Ludovic Bernard
Genere: commedia
Durata: 105 minuti
Cast: Ahmed Sylla, Alice Belaïdi, Kevin Razy
Anno: 2017
Paese: Francia
La mia opinione sul film Ascensione
Ho potuto guardare Ascensione durante le ferie natalizie e l’ho trovato carino, leggero ma forse un po’ troppo semplice. Al di là del budget investito per la sua realizzazione o gli stravolgimenti messi in atto dal regista rispetto all’impresa di Nadir Dendoune, la pellicola sembra una favola fin troppo facile da realizzare basata sull’ottimismo, la fiducia in sé stessi per raggiungere la vetta, non solo dell’Everest, ma dei propri sogni.
Alcuni passaggi sono mostrati così rapidamente che si fa fatica a ricordarli e, proprio questo, contribuisce a rendere l’insieme quasi irreale o porta a credere che un’impresa di tale importanza sia davvero alla portata di tutti. Qualche rifiuto, qualche risata prima di ottenere la sponsorizzazione per il viaggio per una cifra di circa 40.000 euro (nel film). Ma soprattutto il percorso, l’ascesa che – a parte qualche timore del protagonista – non trova molte difficoltà quando invece una persona non allenata o non particolarmente allenata ne avrebbe parecchie.
Forse incentrare il film sulla pericolosità o sulla difficoltà avrebbe comportato un approccio differente ma un giusto mix tra la commedia e l’avventura forse avrebbe accresciuto il valore della scommessa (che ora sembra davvero “una passeggiata di salute”) e tenuto col fiato sospeso gli spettatori.
Per questo sì, è un film godibile, piacevole, ma che nella trasposizione cinematografica risulta solo una favola che trova corrispondenza anche nel paesaggio magico dell’Himalaya sapientemente catturato dalla fotografia. Ma manca di profondità, di spiritualità che non è compensata dall’idea che un sogno da raggiungere permetta di superare ogni limite.