Le Amazzoni, popolo di donne guerriere raccontate dalla mitologia greca, sono esistite davvero o sono soltanto frutto della fantasia?

Le Amazzoni della mitologia greca – feroci guerriere che si racconta vagassero nella Scizia, vasta area intorno al mar Nero – sono esistite realmente o sono state una semplice invenzione come gli altri miti greci?

Come per Afrodite, nata dalla spuma dei genitali di Urano gettati in mare o Giasone che rubò un vello d’oro, gli storici hanno sempre pensato che le Amazzoni fossero un’invenzione.

Negli anni ’90 invece gli archeologi hanno rinvenuto ed identificato scheletri di donna sepolti nelle tombe dei guerrieri della zona.

Alcuni scheletri presentavano ferite da combattimento con punte di freccia tra le ossa. Tra i resti anche armi che corrispondevano alla descrizione di quelle detenute dalle Amazzoni e raccontate o raffigurate nelle opere greche.

A quanto pare, grazie all’archeologia, è stato possibile rendere reale il mito delle Amazzoni, ritenuti sempre frutto della fantasia. Forse non si chiamavano realmente così ma si trattava di donne nomadi e combattenti della steppa.

I guerrieri nomadi della zona facevano parte di un antico gruppo di tribù conosciute come Sciti, maestri nell’equitazione e tiro con l’arco.

Dove vivevano le Amazzoni?

Vivevano in un vasto territorio nella steppa eurasiatica, tra il mar Nero e la Cina, nella fascia tra il 700 a.C. e il 500 d.C.

Gli Sciti vivevano un po’ sopra le righe. Avevano la fama di essere gran bevitori di vino non diluito, esageravano con il latte di giumenta fermentato e, secondo alcuni, avevano anche il vizio di fumare canapa fino a perdere la coscienza.

Dal ritrovamento dei loro corpi congelati è stato possibile capire anche che apprezzavano molto i tatuaggi.

Della società non facevano parte solo le donne, come sembrava dalla mitologia greca. Semplicemente le donne erano accettate e vivevano al pari degli uomini.

Forse non avevano gli stessi diritti, ma alcune di loro avevano gli stessi doveri e partecipavano a caccia e battaglie.

Questo era un grande vantaggio, soprattutto in battaglia perché poter contare anche sulle donne in grado di scagliare frecce e partecipare alle incursioni rendeva più forte e numeroso l’esercito.

Fra i luoghi di sepoltura degli Sciti sembra che l’età delle donne guerriere si aggirasse tra i 10 e i 45 anni. Fino ad ora sono stati rinvenuti oltre 300 resti delle Amazzoni, donne sepolte con cavalli e armi. Ma ogni anni ne vengono scoperte altre.

Dall’Europa all’America

Gli Sciti non erano gli unici ad avere donne che che partecipavano a caccia e guerra ed i Greci non sono stati gli unici a raccontare la storia delle Amazzoni.

Si trovano racconti emozionanti anche tra gli scritti dell’antica Roma, in Egitto, Nord Africa, Arabia, Mesopotamia, India e Cina. Ma le donne che hanno partecipato alle guerre sono esistite in diverse culture in tutto il mondo, dal Vietnam alle terre dei vichinghi, dall’Africa all’America.

Il nome del Rio delle Amazzoni, che scorre in Sud America e attraversa l’omonima foresta, è legato proprio ad una di queste storie.

Secondo l’Enciclopedia Britannica il soldato spagnolo Francisco de Orellana, accreditato come il primo europeo ad esplorare l’Amazzonia nel 1541, diede il nome al fiume dopo un attacco da parte di donne guerriere, paragonandole alle donne della mitologia greca.

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