Si è spento a 50 anni, a causa di un attacco di cuore, il difensore bulgaro Trifon Ivanov.
Protagonista dei mondiali USA 94 con la nazionale bulgara arrivata in semifinale, Ivanov in quell’occasione ebbe il compito di fermare Roberto Baggio senza riuscire ad impedire che il Divin Codino segnasse la doppietta che portò l’Italia in finale, lasciandogli però sulle gambe i segni della marcatura.
Ivanov era la mia prima scelta in difesa a Sensible World of Soccer, gioco per PC in cui era titolare inamovibile di un calcio che, anche in digitale, che non c’è più. Brutto e cattivo, barba da pastore, capelli scompigliati e sguardo severo. Ivanov, in campo, non aveva troppe alternative: se non trovava il pallone doveva fermare comunque l’avversario con le cattive, sempre sportivamente parlando.
Ma il pallone lo trovava spesso grazie al tempismo, forza fisica e grande senso della posizione che l0 hanno fatto diventare il più forte difensore del calcio bulgaro.
Insieme a Stoitchkov, Letchkov, Kostadinov e Balakov, Ivanov formava la generazione d’oro del calcio bulgaro, quella che portò la nazionale ad un inaspettato quarto posto ai mondiali, classificandosi alle spalle di Brasile, Italia e Svezia mentre per me, giocatore al computer, era il primo acquisto, il migliore nel rapporto qualità/prezzo, insostituibile ed uno degli iscritti d’ufficio all’immaginaria «Università della Grinta».
Nelle squadre di club i maggiori successi arrivarono con il CSKA Sofia, vincendo tre campionati e una coppa nazionale. Col Rapid Vienna invece vinse un campionato e arrivò a disputare la finale della vecchia Coppa delle Coppe.