Questa sera vi dedico Across the Universe, nella versione di Rufus Wainwright per quattro motivi.
Il primo perché il nome Rufus è quello che avrei voluto dare, per scherzo, a mio figlio. Mi piace, è simpatico.
Il secondo perché la canzone originale, dei Beatles (1969/70), sarà bella ma la band di Liverpool non mi piace particolarmente e preferisco assolutamente questa versione. In più credo che quando un cantante si cimenti in una cover di una canzone cantata da “mostri sacri” come i Beatles ci sono due particolarità da notare. Che ha degli attributi immensi e che è sicuro di renderle onore o addirittura creare una versione quasi migliore (per me lo è) dell’originale.
Terzo perché ho il ricordo di questa canzone come sigla di chiusura di “Volo in diretta” di Fabio Volo su Rai Tre. Una puntata in particolare quando invitava il pubblico a seguirlo e incollava un post-it ad un lampione con la scritta “Guarda dove ti ho portato”. Quando l’inquadratura si è allargata c’era Parigi che, tra tutte le città, è il mio amore.
Quarto perché, collegandomi al secondo punto, Across the Universe in questa versione, è davvero bella.