A fianco o affianco? Qual è la forma corretta per indicare la persona o la cosa che ci sta vicina? I due termini quasi si equivalgono, ma uno solo è corretto.
A fianco o affianco? Qual è la forma corretta per indicare la persona o la cosa che si trova accanto o vicino a noi?
La maggior parte delle persone, quando scrive, tende a scrivere “affianco” con il raddoppiamento della F. Come se fosse un rafforzativo. Come se, così, si volesse indicare una maggiore vicinanza.
Il termine corretto però è “a fianco“. Staccato, per indicare qualcosa o qualcosa che sta “a lato“.
Si tratta, più o meno, della stessa condizione di “tutto a posto” o “tutto apposto”. Unire la preposizione raddoppiando la consonante nel “parlato” forse fa intendere lo stesso significato mentre quando si tratta di scrivere fa cambiare significato al termine e quindi alla frase.
In questo caso “affianco” rappresenta la prima persona del verbo “affiancare” che si avvicina molto al termine in oggetto ma non è la stessa cosa.
In termini pratici, la forma corretta sarebbe – in un esempio – “il libro è lì a fianco“.
Il verbo affiancare invece, messo in una frase, perderebbe il proprio significato in “il libro è lì affianco” mentre il suo corretto uso sarebbe “è stato affiancato dal collega in quel progetto“.
Come si può notare si tratta di un caso in cui è facile cadere nell’errore, proprio per la somiglianza tra i termini che indicano la posizione “a lato di“.
Utilizzare “affianco” se dobbiamo intendere “vicino” è la forma errata che può essere evidenziata dai lettori più attenti alla grammatica.
“Ti camminerò per sempre a fianco” oppure “procedevano affiancati verso la destinazione“. Il concetto è sempre la vicinanza e la prossimità, ma in due modi diversi.
La distinzione è sottile ma evidente. Per cui attenzione a non cadere nell’errore da matita rossa.